giovedì 26 aprile 2012

intermezzo senza direzione, ma con canzone.

È proprio vero, che a un certo punto ci pensi seriamente, a mollare tutto. Ma quel tutto è diventato tutta un'altra cosa con tutt'altro peso specifico, e l'allevamento intensivo t'ha costretto così tanto la visuale che l'esotico s'è trasformato prima in urbano ma non troppo lontano, poi in rurale purché nei pressi del luogo natale, e infine in forse è proprio qui nel vicinato che sarò finalmente fortunato, sta a vedere che è proprio qui sotto che faccio er botto.
E poi il lavoro diventa una roba sempre più marginale che sarebbe davvero un sogno trovare appena sopportabile e perfino confortevole nella sua media dignità, con scarse soddisfazioni ma per favore con poco impegno, un grigio ottundente da abbracciare con gratitudine e in cui immaginare senza troppo entusiasmo di scavarsi quel poco di spazio necessario e sufficiente al sopravvivere di quello stramaledetto non so che indispensabile pure per riuscire a sciacquarsi la faccia il mattino.

E allora insomma per farla breve quasi quasi io chiedo un PRESTITO ai papponi e apro una LAVANDERIA A GETTONI, ecco.
Magari, ci piazzo dentro pure un jukebox.
 


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